La sindrome respiratoria acuta da Coronavirus SARS-CoV-2 ha colpito milioni di persone su scala globale fin dalla sua prima comparsa alla fine del 2019.
Oltre agli umani anche gatti e in qualche caso i cani parevano essere suscettibili al virus mettendo in luce la necessità di sorveglianza in un contesto One Health.
Sette cliniche veterinarie di regioni fortemente colpite dalla malattia COVID-19 sono state selezionate durante i primi mesi della pandemia da Marzo a Luglio del 2020 per eseguire uno screening su pazienti.
2257 tamponi orofaringei e nasali di 877 cani e 260 gatti (fra cui 18 animali che provenivano da famiglie con umani affetti e 92 animali che mostravano sintomi di malattie respiratorie) sono stati analizzati per verificare la presenza di SARS-CoV-2.
I risultati della ricerca supportano con chiarezza l'ipotesi che abbiamo sempre sostenuto: il contagio di SARS-CoV-2 negli animali domestici e di conseguenza il rischio di trasmissione all'uomo era estremamente ridotto già durante l'estesa prima ondata e persino nelle zone fortemente colpite.
Ma le buone norme di igiene e contenimento del contagio non devono essere interrotte!