Tumore alla mammella nel gatto: ecco cosa devi sapere

Articolo a cura di: Caterina Borgonovo

Tumore alla mammella

Il tumore alla mammella nella specie felina è molto aggressivo, più aggressivo che nel cane.
L’incidenza delle forme maligne è di circa l’85% e rappresenta il terzo tumore per frequenza dopo quelli del sistema ematopoietico e cutaneo.

Le gatte sono colpite più frequentemente rispetto al maschio a causa di una importante influenza degli ormoni femminili.

Per la sua gravità e frequenza, l’azione preventiva di controllo risulta fondamentale, insieme ad altre procedure atte alla limitazione dell’insorgenza.
Per le forme non trattate, l’aspettativa di vita del micio non supera l’ anno di sopravvivenza.

Cause di tumore alla mammella

Pare interessante notare come, la maggior o minor incidenza del tumore alla mammella, geograficamente parlando, sia legata alla maggiore o minore abitudine ad effettuare la sterilizzazione.

Così come nel cane, la sterilizzazione entro l’anno di età riduce il rischio di tumore mammario dell’86%, fino al 91% se effettuata entro i 6 mesi d’etàdopo i due anni la sterilizzazione non apporta nessun beneficio in termine di prevenzione.

Anche l’uso di farmaci progestinici per il controllo del calore aumentano di 3 volte l’incidenza del tumore, sia nel maschio che nella femmina.

Mammelle del gatto: qualche nozione di anatomia

Il gatto possiede 4 paia di mammelle:

  • 2 paia toraciche craniali, (vicino alla testa) e caudali (vicino alla coda)
  • 2 paia addominali craniali e caudale

Queste ghiandole sono strettamente connesse tra loro dalla vascolarizzazione e dal sistema linfatico che drena liquidi e sostanze verso i linfonodi.
In particolare:

  • linfonodi sternali e ascellari drenano le mammelle toraciche
  • linfonodi superficiali inguinali drenano le mammelle addominali e inguinali
  • le mammelle toraciche caudali e le addominali craniali possono drenare ai linfonodi ascellari/ sternali o inguinali

Le mammelle sono aderenti alle fasce muscolari sottostanti e ai cuscinetti adiposi addominali.

Queste connessioni anatomiche determinano l’aggressività del tumore che, con facilità può passare dalla mammella ad altri distretti, sia attraverso il circolo ma, ancor più, attraverso il sistema linfatico.

Quali gatti sono più colpiti

Non esiste una certezza sulla correlazione tra razza ed età, ma pare che l’incidenza maggiore si ritrovi:

  • nei gatti comuni
  • nei gatti siamesi (anche giovanissimi)
  • in soggetti intorno ai 10-12 anni (anche maggiore nei maschi).

Ciononostante anche soggetti sopra i 6 anni possono essere colpiti.

Tutte le mammelle possono essere interessate allo stesso modo e di frequente sono colpite più mammelle contemporaneamente. (Almeno il 50% dei gatti)

Inoltre, vista la frequente malignità del tumore, è frequente l’invasione di strutture adiacenti come muscoli, fasce muscolotendinee, vasi ematici e linfatici nonché la metastasi (cioè la propagazione verso altri organi) quali:

  • cute
  • fascia muscolare sottostante
  • vasi linfatici
  • linfonodi regionali
  • polmoni
  • pleura
  • fegato
  • rene
  • surrene
  • diaframma.

Forme tumorali benigne

Sono forme rare (10-20% dei casi), l’asportazione chirurgica è curativa ma se lasciati in sede possono evolvere a forme maligne.

Iperplasia fibroepiteliale.

L’iperplasia fibroepiteliale è una lesione non neoplastica ormonodipendente.

Si può presentare anche in femmine giovani (1-2 anni) tipicamente dopo l’estro o durante la gravidanza.

Può, però, manifestarsi anche in gatte sterilizzate e nei maschi che hanno subito trattamenti ormonali.

Le mammelle possono raggiungere dimensioni importanti, fino a 50 cm nel giro di un paio di settimane con eritemi e ulcere e possono addirittura arrivare a interferire con la deambulazione.

La sterilizzazione o il trattamento ormonale fanno regredire le lesioni.

Sintomi di tumore mammario della gatta

Il sintomo principale è l’ingrossamento delle mammelle in uno o più punti oppure la comparsa di noduli, palline a livello di una o più ghiandole mammarie.

Spesso la diagnosi arriva tardiva, in quanto l’animale non si fa facilmente palpare e, in caso di forme estese si può formare un’unica lesione che, coinvolgendo più ghiandole è di difficile individuazione a una mano non esperta (proprietario).

Per i soggetti a pelo lungo, la visione è ancora più limitata e spesso si arriva a comprendere il problema quando potrebbe essere troppo tardi.
Ecco perché è fondamentale portare regolarmente il tuo micio o gatta in visita regolarmente al fine prevenire e individuare precocemente tutte le lesioni.

Diagnosi

La diagnosi di tumore deve passare attraverso diversi step successivi che comprendono:

  • la visita con palpazione delle due fila di mammelle
  • palpazione dei linfonodi collaterali esplorabili (ascellari e inguinali)
  • stadiazione (per ricerca di metastasi ed esclusione di patologie concomitanti (Esami ematobiochimici Rx torace, eco addome ed eventualmente tac)
  • esame citologico della lesione (prelievo di cellule mediante ago sottile) che differenzia lesioni tumorali da lesioni di altra natura ( infiammatoria)

Inoltre, sarà importante comprendere, in caso di una paziente sterilizzata se non siano presenti residui ovarici o, in caso di soggetti interi, la sospensione di terapie ormonali e la valutazione che non sia in corso una gravidanza.

Oltre alla visita, saranno necessari anche esami ematochimici completi.

Stadiazione del tumore alla mammella nei gatti

Questa fase della diagnosi è particolarmente importante in quanto determina il tipo di trattamento che sarà necessario al fine di risolvere la malattia.

Con la stadiazione si intende comprendere se il tumore sia localizzato ad un singolo distretto oppure abbia potuto già raggiungere altre parti dell’organismo.

Per la gravità delle conseguenze e per la complessità della situazione è bene rivolgersi a Medici veterinari specialisti Oncologi che sapranno avvalersi dell’aiuto del giusto laboratorio di analisi per la valutazione istologica del pezzo asportato (la diagnosi definitiva arriva solo dopo l’asportazione del tumore e l’analisi).

Esami necessari per la stadiazione

Una stadiazione accurata è necessaria in quanto molti organi non sono direttamente esplorabili con la sola palpazione e visita, sarà quindi necessario, conoscendo il comportamento della neoplasia, andare a indagare quegli organi che potrebbero, più facilmente, essere colpiti.

Gli esami di diagnostica per immagini che andrebbero effettuati sono:

  • rx torace
  • ecografia addominale (valutazione dei lonfonodi iliaci e possibile presenza di feti)
  • Tac (utile per la diagnosi precoce di tumori polmonari altrimenti non rilevabili e del linfonodo sternale)

Stadi del tumore mammario

Gli stadi clinici del tumore (secondo la classificazione di Owen del 1980) vengono classificati in base a:

  • diametro della massa
  • presenza o assenza di coinvolgimento dei linfonodi (dopo esame istologico)
  • assenza o presenza di metastasi in altri organi.

Uno schema della stadiazione è presente in questa infografica facilmente consultabile.

Terapia del tumore maligno

La chirurgia, attraverso la mastectomia, cioè l’asportazione delle mammelle coinvolte è la terapia d’elezione nelle forme maligne.

In caso di tumore su una mammella è comunque indicata l’asportazione di tutta la fila e in un secondo momento anche dell’altra fila ( per le strette interconnessioni anatomiche).

Solo raramente ciò si può fare in una sola seduta e quindi si programmano due interventi

Quando è necessario togliere le mammelle?

In linea generale, l’asportazione delle mammelle è sempre indicata quando c’è una lesione, ma se la lesione è benigna (diagnosi dopo prelievo citologico o asportazione chirurgica) non è necessario asportare il tessuto mammario residuo.

In caso di gatti anziani, sarà sempre la valutazione generale dello stato di salute che dovrà guidare la scelta della necessità e possibilità di intervento.

In caso di grosse dimensioni ed invasività la sola chirurgia non è sufficiente a curare il paziente ma sarà necessario fare la chemioterapia adiuvante i cui protocolli sono stabiliti dall’oncologo.

Terapia della iperplasia mammaria benigna

In caso di iperplasia benigna, questa di solito regredisce da sola in corso di gravidanza, ma se è causata dalla somministrazione di farmaci ormonali, questi devono essere immediatamente sospesi.

In caso di ulcere la somministrazione di antinfiammatori e antibiotici diventa utile al fine di limitare la possibilità di infezioni e ridurre l’edema.

Se la gatta è intera, l’ovariectomia è consigliata in quanto provoca la regressione del tessuto mammario.
La regressione dei sintomi appare in un periodo variabile dalle 3 – 4 settimane ai 5 – 6 mesi, ciononostante non è sempre possible effettuare l’intervento per la dimensione delle mammelle e la scarsa compatibilità dello stato di salute a intervento chirurgico.

Per questo motivo alcuni autori trovano nell’utilizzo di antiprogestinici un valido aiuto, soprattutto in assenza di gravidanza, essendo abortigeni.

Prevenzione del tumore mammario

Ad oggi, la prevenzione che pare maggiormente efficace è la sterilizzazione della femmina. Questo perché l’influenza ormonale sulla sua insorgenza si è dimostrata decisamente più importante rispetto al cane.

La gravidanza non pare protettiva nei confronti del tumore maligno, mentre è certamente predisponente la formazione della forma benigna.

L’uso continuativo di terapie ormonali è un fattore predisponente l’insorgenza sia di tumori maligni che di forme benigne.

Bibliografia

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