Filariosi cardiopolmonare: sintomi, profilassi e cura

Hai già iniziato la terapia per la prevenzione della filariosi? Se hai un cane, un gatto o un altro animale domestico sarebbe opportuno cominciare la profilassi in vista della stagione calda, il periodo in cui la patologia si manifesta con maggior frequenza: è infatti trasmessa dalle zanzare ed è particolarmente diffusa nell’Italia del centro-nord, dove oggi risulta endemica. Ma procediamo con ordine e, prima di scoprire come si previene la filariosi, andiamo a conoscere più da vicino la filaria, il parassita che provoca la malattia nei nostri animali domestici.

Cos’è la filariosi?

La filariosi è una malattia parassitaria pericolosa che può colpire indistintamente cani, gatti e altri animali domestici. Potenzialmente letale, è provocata dalla filaria, un verme che prende questo nome per via della sua forma sottile e allungata, che ricorda appunto un filo.

Esistono due tipi di filaria che provocano due patologie diverse e distinte.

  1. Dirofilaria immitis: causa la cosiddetta filariosi cardiopolmonare, la forma più pericolosa. Può colpire il cane e il gatto.
  1. Dirofilaria repens: causa la filariosi sottocutanea che, pur essendo meno patogena, può dar vita alle cosiddette zoonosi, ovvero malattie trasmesse dagli animali all’uomo. 

L’infestazione da dirofilaria repens è diagnosticata dopo la rimozione chirurgica di un nodulo contenente il parassita.

Ciclo biologico della filaria e trasmissione della malattia

La trasmissione della filariosi avviene principalmente tramite una semplice puntura di zanzara: in Europa il vettore principale della malattia è la zanzara tigre ma, in realtà, in alcuni casi anche pulci e zecche possono essere responsabili della parassitosi.

La malattia passa da un cane malato a uno sano seguendo uno schema ben preciso, che schematizziamo qui sotto:

  1. Un cane malato è un vero e proprio serbatoio della patologia: nel suo torrente circolatorio, infatti, sono presenti le cosiddette microfilarie, ovvero lo stadio larvale più piccolo del parassita: si chiamano L1
  2. Quando una zanzara punge un cane malato, le microlarve passano nell’insetto e qui la microfilaria si sviluppa fino allo stadio intermedio L3, infestante per il cane.
  3. La zanzara punge poi un cane sano e L3 viene trasmessa nel torrente circolatorio del cane punto
  4. Attraverso il sangue, L3 migra e raggiunge le arterie polmonari (i grossi vasi sanguigni vicino al cuore): qui cresce e in 3-4 mesi diventa una filaria adulta. 
  5. I parassiti in forma adulta possono sopravvivere fino a ben 7 anni e, una volta che gli esemplari maschi e femmine hanno raggiunto la maturità sessuale, si riproducono per rilasciare nel sangue le microfilarie L1. 
  6. Il ciclo ricomincia da capo e dal cane malato, le microfilarie possono raggiungere un altro cane sano attraverso un vettore (zanzara, pulce, zecca)

Il ciclo biologico appena descritto appartiene esclusivamente alla Dirofilaria immitis che, come abbiamo visto, causa la pericolosissima filariosi cardiopolmonare. La dirofilaria repens, al contrario, dopo l’infestazione resta nei tessuti connettivi sottocutanei, dove raggiunge la maturità sessuale.

Sintomi della filariosi: come si manifesta la malattia

La filariosi non è così semplice da individuare, soprattutto perché nei cani la malattia può essere asintomatica per molti anni. Eppure i sintomi riconoscibili sono molti e un po’ di attenzione da parte di chi accudisce il pet può fare la differenza.

Prima di passare all‘elenco dei sintomi della filariosi facciamo una piccola premessa: nonostante la sua denominazione, la filariosi cardiopolmonare è essenzialmente una patologia polmonare: la filaria, infatti, è in gran parte localizzata nelle arterie polmonari e il cuore viene coinvolto solo quando la malattia progredisce ed è ormai a uno stato avanzato. La sintomatologia della filariosi può insorgere gradualmente: esordisce infatti con la tosse cronica, seguita da affanno respiratorio e debolezza. Possiamo poi ritrovare altri importanti segnali nell’inappetenza, l’anoressia e la perdita di peso.

Le alterazioni infiammatorie che si creano a livello dei grossi vasi vicino al cuore possono inoltre determinare insufficienza cardiaca congestizia fino alla comparsa di edema a carico dell’addome e, talvolta, degli arti. Segni acuti della malattia possono insorgere improvvisamente, soprattutto durante la fase cronica a seguito di un grave tromboembolismo legato alla morte spontanea dei vermi: in questi casi si può manifestare sia la difficoltà respiratoria che la tosse con sangue.

Ci teniamo a tranquillizzare tutti coloro che possiedono un cane: la morte improvvisa, per fortuna, è un evento raro ma si può verificare in seguito a gravi problemi respiratori.

Se il tuo cane presenta uno o più sintomi della filariosi e abiti a Varese o provincia, rivolgiti alla Clinica Veterinaria Anicura CMV: il nostro staff sarà pronto ad aiutarti, indicandoti il piano terapeutico corretto per il tuo caso.

Prevenzione della Filariosi

Prevenire la filariosi è possibile e, con un po’ di attenzione, il tuo cane sarà al sicuro dall’eventuale sviluppo della malattia. Prima di scoprire concretamente cosa fare per tenere lontana la filaria, facciamo una piccola digressione epidemiologica sul parassita.

Sotto accusa, infatti, ci sono anche i cambiamenti climatici: l’aumento delle temperature ha come conseguenza l’incremento sia del numero sia delle specie di vettori presenti nel nostro paese. Il pericolo, in questo caso, non è solo per nostri amici a quattro zampe ma anche per gli esseri umani. All’aumentare dei vettori, infatti, si incrementa anche il rischio e l’incidenza delle malattie trasmesse dagli animali all’uomo. 

Attualmente l’ESCCAP (European Scientific Counsel Companion Animal Parasites®) considera l’Italia una zona endemica per la filariosi cardiopolmonare, benché siano presenti differenze nell’incidenza da regione a regione. In effetti la frequenza della trasmissione e della diffusione della Dirofilaria dipendono da una serie di fattori ambientali, come la temperatura, la quantità e la densità di vettori (come le zanzare) e la presenza di animali serbatoio, ovvero soggetti malati con microfilaria che rappresentano in tutto e per tutto il reservoir di infestazione. 

Non dimentichiamo, poi, che oggi gli animali si spostano molto di più rispetto al passato, sia per turismo che per le classiche staffette di adozione: il movimento di cani malati da aree endemiche e infestate (come l’Italia o la Spagna) a zone non endemiche ha avuto come conseguenza la diffusione capillare della filariosi.  

Fatta questa breve digressione, passiamo alle strategie utili per tenere lontana la filaria, ovvero i trattamenti medici preventivi e gli esami diagnostici annuali.

  1. Proteggere il cane dalla filaria

Come proteggere il cane dalla filaria? Il multi-approccio è il metodo che funziona di più. Sarebbe infatti sempre opportuno associare i farmaci per la profilassi della filariosi cardiopolmonare con prodotti repellenti che tengono lontani i vettori (come le zanzare) così da prevenire i pasti di sangue da parte degli insetti. 

Oggi tenere lontane le zanzare dai nostri cani è possibile. Ogni prodotto, però, ha una frequenza di applicazione diversa: diventa quindi fondamentale leggere bene il bugiardino o chiedere consiglio al veterinario. Scopriamo quali sono i principali prodotti repellenti.

  • Collari: generalmente hanno una durata d’azione più lunga ed è possibile tenerli continuativamente anche per diversi mesi; 
  • Spot on: tendenzialmente durano un mese. Devono essere applicati lontano da bagni, divaricando bene il pelo così da permettere l’assorbimento del prodotto da parte della cute: solo così si garantisce la loro efficacia. Si ricorda che è fondamentale assicurarsi in funzione del proprio pet quali sono i giusti spot on da applicare: molti prodotti per il cane, infatti, sono invece estremamente tossici nel gatto!
  • Compresse/tavolette: i prodotti per la prevenzione delle pulci e delle  zecche non garantiscono repellenza per le zanzare. 
  • Vermifughi: la somministrazione mensile di lattoni macrociclici in formulazione topica o orale durante l’intera stagione di trasmissione è efficace contro le larve L4 di Dirofilaria che si sono sviluppate nel corso dei 30 giorni precedenti il trattamento e ne prevengono lo sviluppo alla forma adulta. Diversi principi attivi, da soli o in associazione con altri parassiticidi, sono disponibili sul mercato veterinario in diverse formulazioni (compresse e pipette).

Se utilizzati ai dosaggi consigliati, nessuno è causa di effetti collaterali nei cani portatori del gene MDR1 (vedi collie, pastori australiani loro incroci e altre razze). La somministrazione mensile deve iniziare non oltre 30 giorni dall’inizio della stagione di volo dei vettori ed essere continuata fino al tardo autunno. Nell’Europa del sud, invece, il trattamento dovrebbe iniziare ad aprile e continuare fino novembre-metà dicembre.

In alternativa, una formulazione iniettabile a base di moxidectina in microcapsule è disponibile per il trattamento dei cani di età superiore ai 3 mesi. Il prodotto è in grado di fornire una protezione di 6 mesi e deve essere somministrato dal veterinario.

  1. I test diagnostici annuali

Per prevenire attivamente la filaria è possibile sottoporre il proprio animale domestico a un test ematico: si tratta di un semplice esame del sangue che può essere effettuato in clinica veterinaria.  Solitamente basta l’osservazione di una goccia di sangue spesso su un vetrino per identificare le microfilarie L1 presenti in circolo.

Ricordiamo che il test è fondamentale quando non si è sicuri di aver seguito correttamente la profilassi annuale o qualora si abbia adottato un cane di cui non si conosce la precedente storia clinica. Prima di inizare la profilassi di prevenzione per la filariosi è quindi necessario assicurarsi che i cani non siano già infestati né dalla Dirofilaria Immitis né dalla Dirofilaria Repens: con il prelievo ematico sarà possibile ricercare sia le microfilarie sia gli antigeni circolanti nel caso di infestazione di Dirofilaria Immitis. Il test di Knott, poi, permette di verificare il tipo di filaria presente nel sangue. 

Va comunque tenuto presente che fino al 30% dei soggetti malati non hanno microfilarie circolanti anche in presenza di vermi adulti: l’assenza di microfilarie circolanti, quindi, non è sufficiente a escludere l’infestazione. Come agire, quindi? Per fortuna esistono dei test rapidi che possono essere effettuati in ambito ambulatoriale per la ricerca degli antigeni circolanti prodotti dalle femmine adulte: sono altamente specifici e spesso validi per una diagnosi rapida. 

Nell’approccio diagnostico possono essere utili anche i test sierologici ed ematici per la ricerca degli anticorpi. Sono altamente sensibili, ma relativamente poco specifici: possono infatti risultare positivi sia in caso di infestazioni abortite o che dopo la morte spontanea delle filarie. 

Non sei sicuro di aver eseguito correttamente la profilassi della filariosi o hai appena adottato un cane? Se vivi a Varese e provincia contatta la nostra Clinica Veterinaria Anicura CMV: siamo a disposizione per effettuare tutti i test diagnostici necessari per verificare lo stato di salute del tuo pet, anche in relazione alla filaria.

Sospetta filariosi: diagnosi e stadiazione 

Il tuo cane o il tuo gatto hanno sintomi che possono essere ricondotti alla filaria? Qualora l’animale non risultasse in regola con la profilassi della filariosi sarà opportuno fare prima lo screening.

Quando lo screening viene fatto su un gatto probabilmente infestato, la ricerca delle microfilarie nel sangue dà generalmente esito negativo perché la sensibilità della tecnica è molto bassa. Al contrario, i test sierologici per la ricerca degli antigeni prodotti dalle femmine adulte sono dotati di alta specificità e quindi forniscono una prova certa di infestazione. Va comunque tenuto conto che in molti casi questi test possono dare risultati falsamente negativi a causa di una bassa carica infestante o per la presenza di soli vermi maschi o di pre-adulti. Una singola risposta negativa non è dunque sufficiente per escludere l’infestazione. I test sono infatti positivi a partire da circa tre mesi dall’infestazione e rimangono tali per un lungo periodo dopo l’eliminazione sia delle larve, sia degli adulti: questi test devono essere interpretati con cautela, tenendo conto dei dati clinici del paziente.

Ecco perché  in caso di soggetti positivi ai test (o in soggetti dove vi è un forte sospetto diagnostico nonostante i test siano negativi) viene solitamente consigliata la cosiddetta stadiazione della malattia, che comprende:

  1. Studio radiografico del torace: consente la visualizzazione delle arterie polmonari aumentate di diametro, patterns polmonari anomali e, nei casi gravi, lo sfiancamento del cuore destro. La radiografia è utile per valutare la gravità dell’infestazione.
  2. Elettrocardiografia: l’elettrocardiogramma mostra l’attività elettrica del cuore e anomalie sono osservate per lo più nella fasi avanzate della malattia, quando sono presenti gravi danni al cuore destro.
  3. Ecocardiografia: l’ecografia permette la visualizzazione diretta delle camere cardiache e delle arterie di maggior calibro e quindi l’osservazione diretta dei parassiti nel cuore, nelle arterie polmonari maggiori o nella vena cava. I parassiti sono infatti visibili come linee parallele, doppie, flottanti. La specificità è del 100% e la sensibilità nel gatto è molto elevata, dato che solo una piccola porzione delle arterie polmonari non può essere esaminata. 

Cane positivo alla filaria: cosa fare?

Se il tuo animale domestico è positivo alla filariosi è opportuno trattarlo in modo che la patologia non si aggravi nel tempo. Le possibili strade da seguire sono due; la terapia medica o la terapia chirurgica. La scelta dell’una e dell’altra dipenderà dai risultati diagnostici, dallo stile di vita del cane e dalle indicazioni stesse dei proprietari. Scopriamo in cosa consistono entrambe.

  1. Terapia medica

La terapia medica può essere effettuata con due diverse strategie, che il medico sceglierà in funzione del soggetto e della sua stadiazione.

  • Trattamento con terapia adulticida: viene utilizzato un farmaco che uccide le filarie. Questa tipologia di trattamento prevede il riposo assoluto dei soggetti e l’utilizzo concomitante di diversi farmaci poiché la morte dei parassiti può causare la formazione di trombi a livello polmonare.
  • Trattamento slow kill: prevede l’utilizzo mensile e continuativo di lattoni macrociclici a dosi indicate per la profilassi. Se, da un lato, questi metodi possono essere efficaci nel ridurre la durata della vita dei giovani adulti delle filarie, dall’altro sembra che i parassiti più vecchi diventino meno sensibili, impiegando più tempo per morire. Il trattamento, quindi, non è solitamente raccomandato perché si evidenzia l’aumento di casi di resistenza ai farmaci da parte delle filarie.
  1. Terapia chirurgica

Consiste nella vera e propria rimozione delle filarie adulte tramite una chirurgia mini invasiva effettuata in anestesia generale dell’animale colpito.

La scelta terapeutica migliore per la filaria nel cane dipende da diversi fattori: lo stile di vita dell’animale, il grado di infestazione e stadiazione della patologia tramite gli esami sopra elencati.

Esiste un vaccino per la filaria?

Purtroppo la risposta è no, anche se molti sono convinti che esista uno specifico vaccino per la filaria. Al contrario, la puntura annuale che viene fatta al cane non è una vaccinazione, ma un cosiddetto lattone macrociclico a lento rilascio che determina la morte di eventuali microfilarie trasmesse dalle zanzare.

La prevenzione della filariosi è molto importante per garantire al tuo amico a quattro zampe una vita lunga e sana. Non dimenticare di fare la profilassi e gli eventuali test diagnostici, soprattutto nel caso in cui il tuo cane non abbia mai assunto i farmaci sopra descritti. Se abiti a Varese o provincia puoi rivolgerti alla Clinica Veterinaria Anicura CMV e fissare un’appuntamento con il nostro staff: i nostri veterinari sono pronti a prendersi cura del tuo animale domestico. 

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