Diabete mellito nel gatto: come riconoscerlo e curarlo

Articolo a cura di: Simona Frullini

Il diabete è una malattia metabolica piuttosto frequente sia nel cane che nel gatto, ma che si presenta in diverse forme. In questo articolo parliamo del diabete mellito, la forma più comune che si manifesta nei nostri animali domestici, soprattutto dovuto a errori di gestione di stile di vita e alimentari.

Diabete mellito nel gatto

Il diabete mellito è una malattia tra le più frequenti nel gatto ed è associata a una incapacità dell’organismo di utilizzare il glucosio circolante nel sangue, situazione che provoca una condizione di iperglicemia (cioè aumento della concentrazione di glucosio nel circolo sanguigno) perdurante nel tempo.
Può essere classificato in due forme:

  • diabete mellito di tipo I (più frequente nel cane) legato alla incapacità del pancreas di produrre insulina
  • diabete mellito di tipo II (più frequente nel gatto) secondario a una ridotta sensibilità dei tessuti nei confronti dell’insulina (insulino-resistenza), oltre che a una diminuita produzione di tale ormone.

All’assunzione dei pasti, gli zuccheri presenti al suo interno o che si formano per degradazione delle sostanze nutritizie, entrano in circolo per essere intercettati dall’insulina (un ormone prodotto dal pancreas) che li rende disponibili per essere utilizzati dai tessuti per l’energia necessaria oppure stoccati per un loro utilizzo futuro.

L’insulina è l’ormone che regola la glicemia, cioè la quantità di zuccheri che permangono nel sangue.

La funzione dello zucchero è quella di dare energia.
Se vi è impossibilità a utilizzarlo da parte delle cellule o a essere stoccato negli organi deputati, il glucosio permane nel sangue e l’organismo sarà portato a cercare energia altrove, cioè dai grassi o dalle proteine provocando un possibile grave scompenso metabolico.

Tale stato, che è emergenziale viene definito chetoacidosi.

Cause di diabete mellito nel gatto

Esistono diversi fattori predisponenti il diabete mellito:

  • infezioni croniche – come pancreatiti, patologie del tratto urinario, patologie del cavo orale
  • malattie endocrine – come l’acromegalia
  • somministrazione protratta di farmaci – come i corticosteroidi o progestinici

Ma la causa predisponente più frequente e importante è l’obesità.

Come per l’uomo, l’obesità provoca l’accumulo di una sostanza particolare (l’amilina) che si deposita a livello del pancreas e che non consente alle sue cellule di produrre la giusta quantità di insulina.
Inoltre, il permanere del glucosio nel sangue provoca ulteriori danni a livello delle cellule del pancreas, fino a una loro completa distruzione.

Sintomi di diabete mellito

I gatti diabetici hanno alcune caratteristiche comuni.
Di solito sono

  • adulto-anziani
  • maschi
  • castrati
  • obesi

I sintomi più frequenti sono associati a 4 condizioni quasi sempre presenti definiti come le 4 P: Poliuria, Polidipsia, Polifagia, Perdita di peso.
Vediamoli nel dettaglio:

  • aumento della sete (Polidipsia) fatto strano per un gatto che, in condizioni di buona salute, generalmente beve poco
  • aumento della fame (Polifagia) l’incapacità di assimilare lo zucchero provoca un aumento della fame perché l’organismo percepisce una mancanza di energia
  • dimagramento (Perdita di peso) proprio per l’incapacità di assumere energia e a utilizzare fonti energetiche alternative (grassi e proteine)
  • aumento della frequenza della produzione di urina (Poliuria) per aumento della concentrazione di zucchero nelle urine che richiamano acqua da parte dei reni

Oltre a questi sintomi si potrà anche riscontrare:

  • minzione inappropriata (l’aumento della quantità di urina prodotta o eventuali infezioni urinarie concomitanti può portare il gatto a urinare anche al di fuori della cassettina)
  • atteggiamento plantigrado (cioè il gatto cammina appoggiando la zampa posteriore fino al calcagno) dovuto a una neuropatia periferica legata all’iperglicemia
  • cataratta (rarissimo)
  • cattive condizioni del pelo secondario a stati di disidratazione per le gravi perdite di liquidi con le urine.

Se questi sintomi sono sottovalutati o erroneamente interpretati come segni di buona salute si può arrivare al grave scompenso metabolico (chetoacidosi diabetica) che può mettere a rischio la vita del gatto.

Diagnosi di diabete nel gatto

Si emette una diagnosi di diabete quando, oltre ai sintomi clinici, si riscontra

  • iperglicemia a digiuno persistente
  • presenza di glucosio nelle urine (glicosuria).

È bene ricordare, però che nel gatto è possibile riscontrare aumenti della glicemia anche solo per lo stress del viaggio verso la clinica o per il prelievo di sangue stesso.
Pertanto, in caso di sintomi compatibili, si rende necessaria la misurazione di un altro parametro nel sangue, le fruttosamine, che rappresentano una media delle glicemie precedenti i 7-10 giorni il prelievo.

Un esame ecografico dell’addome e un esame delle urine con urinocoltura sono fondamentali per escludere altre patologie concomitanti e predisponenti.

Come curare il gatto con diabete

La maggiorparte delle situazioni di diabete mellito nel gatto sono dovute alla condizione di insulino-resistenza indotta dall’obesità.

L’individuazione precoce dei sintomi e il trattamento di questi fenomeni di insulino-resistenza (qualora attuabile) rendono possibile la remissione della malattia, nel 50% dei casi.

L’iter terapeutico corretto però, deve essere impostato entro poche settimane dalla comparsa dei segni clinici.

Questo consiste nella necessità di impostare una corretta alimentazione, supportata anche da uno stimolo all’attività fisica del gatto che, soprattutto se sovrappeso, tenderà a non muoversi a sufficienza.

Spesso, non è facile modificare le abitudini del gatto, soprattutto per quanto riguarda il cambio di dieta che, se non apprezzata, potrebbe portarlo a lunghi digiuni che possono essere estremamente pericolosi per il gatto per una compromissione epatica (lipidosi epatica).

In concomitanza dell’avvio dell’iter diagnostico per individuare malattie e patologie predisponenti, è fondamentale associare la terapia farmacologica con insulina a una dieta specifica ricca di proteine e povera di carboidrati semplici.

Come per gli umani, esistono diversi tipi di insulina.

Secondo la letteratura scientifica, le insuline ad azione ultra lenta sono quelle che offrono al gatto la maggiore possibilità di remissione della malattia e misurazioni glicemiche più costanti durante il giorno.

La terapia insulinica va somministrata per via sottocutanea ogni 12 ore dopo i pasti.

Purtroppo, gli ipoglicemizzanti orali hanno scarsa efficacia.
Ecco perché, nonostante è possibile il loro utilizzo in casi molto selezionati, rappresentano sempre la seconda scelta dopo l’insulina.

Una volta iniziata la terapia con insulina, occorrono circa 2-3 mesi per ottenere il dosaggio idoneo da somministrare al proprio animale.

La cura per il diabete ha lo scopo di:

  • mantenere sotto controllo il peso corporeo 
  • ridurre la quantità di acqua bevuta
  • ridurre la quantità di urine prodotte
  • ridurre l’iperglicemia senza incorrere nello stato opposto (ipoglicemia)

Sono fondamentali i controlli regolari, dapprima ogni 7-10 giorni poi via via dilazionabili a 1 mese fino a 3 mesi nei casi di buon controllo della malattia.

I controlli regolari anche dopo il miglioramento dei sintomi sono fondamentali al fine di evitare ipoglicemie legate a un sovradosaggio di insulina potenzialmente legate anche a una remissione del diabete.

L’ipoglicemia è una condizione che mette a rischio di vita il gatto nell’arco di poco tempo e che va riconosciuta e trattata con tempestività.

Ad ogni controllo il veterinario verificherà il feed-back del proprietario, le condizioni cliniche del gatto, il valore di fruttosamine per stabilire il prosieguo della terapia.

Prima si attua un programma diagnostico e terapeutico del diabete, più aumenta la possibilità della sua remissione; tuttavia va ricordato che che un gatto diabetico con remissione clinica della malattia può comunque ripresentare il diabete nella sua vita.

Terapia del diabete: cosa deve fare il proprietario?

Un altro strumento utile per il controllo del diabete mellito è la curva glicemica, effettuabile in clinica o a casa con un glucometro portatile.

Consiste in misurazioni seriali ogni 2 ore della glicemia nell’arco di 12 ore per valutare il picco d’azione dell’insulina, le sue efficacia e durata, riconoscere eventuali ipoglicemie.
Sarà il veterinario a stabilire ogni quanto fare queste misurazioni in base al tipo di insulina utilizzata e alla risposta del soggetto.

Come abbiamo già ricordato, il paziente gatto è particolare in quanto subisce in modo molto importante lo stress anche del solo essere maneggiato, anche in casa.
Per questo motivo è importante effettuare queste misurazioni in modo regolare per valutare l’andamento della curva glicemica e comprendere i suoi valori per:

  • comprendere se il picco dell’attività insulinica dura il tempo corretto
  • valutare gli intervalli della somministrazione di insulina
  • controllare che non si instauri una condizione di ipoglicemia persistente

Per questo motivo il veterinario consiglierà di tenere un diario in cui si dovrà annotare a intervalli regolari:

  • peso del gatto
  • orario e dose di insulina somministrata
  • orario e dose del pasto (che dovrà essere controllato e concomitante con la somministrazione del farmaco)
  • quantità di acqua bevuta giornaliera
  • possibili  modificazioni comportamentali e altro.

Infine, ci pare importante ricordare che:

  • non si deve mai modificare il dosaggio di insulina senza consultare il medico
  • prendere nota della curva glicemica senza cercare di interpretarla con preoccupazione ma riferire al medico che valuterà eventuali modifiche
  • somministrare i pasti e l’insulina subito dopo

Complicanze nel diabete del gatto

Qualora i sintomi di diabete non venissero riconosciuti o si aggiungessero patologie concomitanti a un diabete già in trattamento, si potrebbe arrivare a una complicanza grave chiamata chetoacidosi.

In corso di terapia, come già accennato, è possibile che un sovradosaggio di insulina possa portare a uno stato di ipoglicemia grave.

Entrambe le situazioni sono emergenze veterinarie che necessitano di intervento immediato.

Sintomi di chetoacidosi: come riconoscerla? Se il gatto vomita.

La Chetoacidosi è una condizione di tossicosi in cui il gatto può trovarsi se i sintomi non vengono riconosciuti ma che si potrebbe instaurare in tutti i gatti diabetici, per cui è sempre bene essere informati di cosa sia e come si manifesta.
La degradazione di grassi e proteine in eccesso, producono corpi chetonici, sostanze di scarto che, in circolo, provocano una vera e propria intossicazione con gravi alterazioni dello stato acido-base del sangue.

I sintomi sono:

  • letargia
  • mancanza di appetito
  • vomito e/o diarrea
  • grave disidratazione

L’animale può arrivare, nell’arco di poco tempo, a una condizione clinica grave che lo mette a rischio di vita..

In questa circostanza è fondamentale rivolgersi al pronto soccorso veterinario.

Sintomi di ipoglicemia nel gatto diabetico

Questa condizione può presentarsi in particolare se non si effettuano controlli regolari o se si variano frequenza e dosaggio del farmaco senza indicazioni del veterinario.

Allo stesso modo però, potrebbe capitare all’inizio della terapia, quando non è ancora stato tarato correttamente il dosaggio (situazione che impiega qualche settimana per essere raggiunto).

I sintomi di ipoglicemia grave si raggiungono quando la glicemia va sotto i 50 mg/dl. In questo caso il gatto può arrivare a morte.

I sintomi sono:

  • segni neurologici – disorientamento, andatura barcollante
  • debolezza estrema fino alla letargia
  • collasso.

In questa circostanza si deve intervenire tempestivamente, somministrando zucchero o miele al gatto (anche solo mettendolo sulle gengive) o, se il micio è cosciente, somministrando dosi aggiuntive del suo cibo.

Intanto allertare il medico per i consigli del caso e recarsi in clinica con urgenza.

Quanto può vivere un gatto con il diabete?

In caso di buona risposta alle terapie impostate e ad assenza di patologie concomitanti non curabili, la qualità di vita di un un gatto diabetico è paragonabile a quella di un gatto sano.

Risulterà fondamentale però continuare a controllarlo con regolarità.
La sinergia tra veterinario e proprietario è un elemento chiave nella buona gestione del diabete.

In caso di predisposizione, è sempre utile pensare all’acquisizione di un piano salute studiato ad hoc per lasciare al medico veterinario l’onere di stabilire i regolari controlli del caso.

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