Che cosa si intende per soffio al cuore?
Il soffio al cuore si rileva con auscultazione del cuore con lo stetoscopio. Può essere più o meno marcato ed è classificato secondo la sua intensità in 6 gradi, dove 1 è il più lieve e 6 il più forte. lo si sente più nettamente in alcune zone del petto, a seconda di dove si forma all’interno del cuore, e anche in momenti diversi del ciclo di contrazione dell'organo. Il cosiddetto soffio sistolico è il più comune ed è percepibile quando il cuore si contrae e spinge il sangue nelle arterie e nelle arterie polmonari. Il soffio distolico è meno comune e si percepisce quando entrambi i ventricoli si rilassano per riempirsi di sangue proveniente dagli atri. La sua posizione nel torace e il momento rispetto al ciclo cardiaco indicano cosa lo causa, ma una diagnosi certa è quasi impossibile senza un'ecografia cardiaca.
Da cosa dipende il soffio al cuore?
Il soffio dipende solitamente da una patologia cardiaca che va investigata. Può essere congenito ed essere causato da una malformazione del cuore o delle arterie principali. Può anche essere acquisito, cioè si è sviluppato in un secondo momento.
A volte è intermittente, lo si sente quando il cuore batte velocemente e può essere impossibile da percepire quando la frequenza cardiaca è bassa.
Esistono alcuni individui, spesso giovani ed allenati, che soffrono di soffio al cuore senza che l'ecografia rilevi nulla di anomalo. Anche le femmine in attesa dei loro cuccioli possono temporaneamente soffrire di soffio al cuore, che scompare dopo che l'animale ha riacquistato il suo peso normale dopo il parto. Se l’ecografia ha escluso una patologia a carico del cuore, il soffio è definito fisiologico, cioè il cuore è normale e il soffio è probabilmente causato dalla potenza di pompaggio del cuore, che crea il vortice nel sangue. Altre situazioni, come anemia, febbre o ipertiroidismo possono causare temporanei soffi al cuore, che non sono imputabili a un difetto cardiaco. In questi casi, il soffio solitamente scompare quando la patologia che l’ha causato è sotto controllo.
Sintomi
Sia negli animali che nell’uomo, non sempre il soffio al cuore e i difetti cardiaci fanno stare male, poiché il cuore riesce ancora a svolgere il suo compito.
Se la patologia peggiora, con il tempo può portare a insufficienza cardiaca, dove il cuore malato non riesce più a mantenere una circolazione sanguigna soddisfacente.
Il sintomo peggiore è nelle zampe: i gatti con atrio cardiaco ingrossato rischiano la formazione di trombi che si formano nell'atrio ingrossato, passano nell'aorta e possono ostruire le arterie impedendo il flusso sanguigno. La localizzazione più frequente di questi trombi è nella parte più periferica dell’aorta, con la conseguenza che il sangue non raggiunge le zampe posteriori. Le zampe risultano fredde, i cuscinetti sotto le dita diventano bluastri, il gatto ha difficoltà motorie e di solito soffre molto.
Che cosa si può fare?
La prima cosa è escludere le cardiopatie congenite e per questo l'allevatore deve ovviamente cercare di utilizzare solamente animali sani per la riproduzione, e far visitare i cuccioli che poi verranno adottati. Chi accoglie un cucciolo dovrebbe controllare che il gatto che si desidera acquistare sia stato sottoposto ai controlli veterinari che includono l’auscultazione del cuore con stetoscopio e richiedere un certificato del risultato dell'esame.
In ogni caso è buona norma chiedere al veterinario di auscultare il cuore del gatto periodicamente, per rilevare con celerità un eventuale soffio.
Quando è necessario andare dal veterinario?
Salvo le razze soggette a problemi congeniti per cui ci vuole cautela da parte dell'allevatore e dell'acquirente, la maggior parte delle malattie cardiache non è congenita ma si sviluppa con il tempo e spesso provoca soffio: per questo per i gatti è bene far auscultare il cuore anche se non si sospetta un disturbo ma per precauzione ricorrente. Se si rileva un soffio durante l'auscultazione, allora bisogna pensare a ulteriori esami specialistici. Dai risultati, il veterinario saprà consigliare la terapia giusta.
Nei casi gravi con difficoltà respiratoria, svenimento, ingrossamento dell'addome, dolore e sintomi di paralisi alle zampe posteriori, inutile dirlo, bisogna correre dal veterinario.
Diagnosi
Nella valutazione di una sospetta malattia cardiaca, oltre ad auscultare con lo stetoscopio, il veterinario può anche eseguire un'ecografia o un elettrocardiogramma (ECG), una radiografia o un esame del sangue, a seconda dei sintomi e del tipo di malattia.
Terapia
Sulla base del tipo e della gravità della patologia e dei sintomi, preparerà una terapia e consiglierà la frequenza delle visite di controllo. Molti animali con malattie cardiache non hanno bisogno di trattamento se non presentano sintomi e le variazioni sono lievi.
Tuttavia, purtroppo spesso queste malattie peggiorano con il tempo rendendo necessario il ricorso ai farmaci. Se si presenta un’insufficienza cardiaca con edema polmonare, può essere necessario ricoverare il gatto in clinica per una terapia intensiva. In terapia intensiva può essere somministrato ad esempio ossigeno, diverse dosi di diuretici, farmaci per l’aritmia, e sarà effettuato un monitoraggio costante dei risultati. Questo tipo di cure prosegue per due o tre giorni, prima che il paziente possa tornare a casa.
Quando questa terapia iniziale ha un effetto positivo, viene seguita normalmente da una terapia di sostegno, spesso con diversi farmaci. Grazie all’assunzione di farmaci mirati il gatto può avere una buona qualità della vita per alcuni anni, anche se le patologie a carico del cuore raramente sono curabili. Per un risultato ottimale è molto importante che il proprietario segua scrupolosamente le istruzioni del veterinario sui farmaci, le cure e i controlli periodici.