Come educare il gattino appena portato a casa?

Articolo a cura di: Valentina Fiorbianco

Il gatto è uno degli animali da compagnia più amati del mondo.
La sua indole libera lo caratterizza e lo differenzia da altri animali domestici, ma questo non deve ingannare sulla possibilità di fargli apprezzare la vita domestica, senza mai soffocare la sua necessità di libertà dall’uomo.

“Educare” un gatto non significa addestrarlo a eseguire degli ordini per il suo padrone, ma indirizzarlo e aiutarlo alla vita domestica e alla relazione diventando un compagno di vita.

Perché scegliere un gatto?

La scelta di adottare un gattino può derivare da diverse esigenze:

  • amore incondizionato per la specie
  • mancanza di tempo da dedicare all’animale e quindi in sostituzione al cane
  • mancanza di spazio, essendo di piccole dimensione si pensa erroneamente che non abbia bisogno di un grande areale

Purtroppo, alcune volte, si cade in errore non considerando quali siano le vere esigenze del nostro amico a 4 zampe.

È infatti un errore pensare che il gatto possa vivere confinato in casa da solo, senza interazioni.
Se lo si abbandona a se stesso, diventerà triste e scontroso.

Ecco perché, invece è importante creare una buona relazione con lui, passando del tempo a giocare e interagire.
Altra credenza è che il gatto viva felice confinato in casa e che non debba mai uscire.

In realtà il gatto adora (o adorerebbeuscire, ma deve essere abituato a farlo in sicurezza, per poter non incorrere in incidenti stradali (qualora si viva in città o in zone trafficate) preda di altri animali o di scontri tra altri gatti, in particolare i maschi interi.

Per questo motivo potrebbe essere utile insegnare al gattino a utilizzare le classiche pettorine (esattamente come si fa per il cucciolo di cane) per poterlo portare in giro senza perderlo al guinzaglio.

Inoltre, è importante ricordare che anche il gatto dovrebbe essere sempre dotato di microchip, in modo che, se dovesse venir perso, potrebbe essere ritrovato.

Come educare un gatto

L’educazione del gatto è necessaria affinché il micio impari a non avere comportamenti che potrebbero diventare molesti come:

  • marcare il territorio
  • graffiare muri, tavoli, tappeti
  • sporcare dove non deve
  • mordere ecc.

Inoltre, sarà necessario insegnargli a essere manipolato per potergli

  • tagliare le unghie 
  • pulire i denti
  • essere spazzolato
  • pulire le orecchie
  • fare piccole medicazioni.

Non è un lavoro difficile, soprattutto se si comincia quando l’animale è ancora piccolo.

Per abituarlo a queste manovre sarà utile partire con brevi sessioni quando il micio è stanco, facendo sembrare tutto una bella coccola.
Quando si sarà abituato si potrà poi diventare più incisivi, ma solo dopo aver conquistato la totale fiducia del micio.

Il gatto ama farsi coccolare con sessioni frequenti, ma di breve durata, quindi la regola d’oro è essere sempre delicati e smettere se il gatto manifesta segnali di irritazione.
Inoltre, sarà necessario imparare a giocare nel modo che lui apprezza maggiormente, cioè stimolando il suo istinto predatorio.

Arrivo del cucciolo di gatto a casa.

Di norma, un gatto dovrebbe essere separato dalla madre e dai suoi fratelli non prima dei due mesi.
In questo lasso di tempo impara dalla genitrice i fondamenti comportamentali e relazionali:

  • dosare la forza del suo morso
  • valutare le situazioni in cui utilizzare gli artigli
  • quelle in cui è meglio non estrarli
  • relazionarsi con i simili ecc.

Insegnamenti importanti per la sua vita futura.

Se il gatto viene dalla strada farà più fatica ad adattarsi al nuovo ambiente, diversamente se proviene da altri gatti di casa, potrebbe essere più propenso a vivere in serenità velocemente.

Quando arriva in famiglia, ha bisogno dei suoi tempi per abituarsi al nuovo ambiente e non dev’essere forzato,  lasciando a lui l’iniziativa per il primo contatto con l’uomo.

Ogni gatto è diverso dall’altro, ci sono quelli di indole più introversa e riservata e quelli che, invece, cercano da subito l’uomo e le sue attenzioni.

In ogni caso, va assecondato.

Appena arrivato nel nuovo ambiente sarà utile lasciarlo in una stanza, il più possibile silenziosa e tranquilla e non costringerlo a uscire dal trasportino che potrà essere lasciato aperto, in attesa che il micio decida di esplorare l’ambiente esterno.

Poniti affianco fermo e con voce bassa chiamalo attendendo che esca da solo. Se si avvicinerà, potrai allora decidere di interagire con calma.
Prova ad attrarlo con piccoli giochini, ma il segreto più importante è quello di avere pazienza.

Educazione del cucciolo: cosa fare

Durante la fase “educativa” è importante trovare un canale comunicativo con il gatto.

A differenza di quanto si possa pensare, infatti, i gatti sono particolarmente reattivi alla voce e alle parole oltre che alla nostra mimica facciale. Bisogna ricordare che l’udito nel gatto è estremamente amplificato rispetto a quello dell’uomo quindi attenzione a non urlare si potrebbe spaventare o arrabbiare.

Nel momento in cui entra in casa, quindi, il gatto diventa uno di famiglia.
Per comunicare con lui sarà utile:

  • chiamarlo quando è pronta la pappa
  • incoraggiare se fa qualcosa di giusto
  • evitare di sgridarlo per non danneggiare la relazione che stiamo costruendo, se fa qualcosa di sbagliato.

Una delle difficoltà maggiori quando un piccolo gatto entra in casa è l’insegnamento al rispetto dell’ambiente: non graffiare mobili e non fare i bisogni fuori dalla lettiera.

L’arricchimento ambientale

Fin da subito il gatto deve avere a sua disposizione:

  • il tiragraffi – in una posizione di passaggio ben visibile a tutti
  • una o due cassettine igieniche – posizionate in punti tranquilli e isolati della casa
  • ciotoline d’acqua e del cibo – in una posizione tranquilla e lontane dalle cassettine dove sporcano
  • giochi con cui giocare – da utilizzare da solo sempre a disposizione
  • giochi da fare con il padrone -da utilizzare e lasciare solo per il tempo in cui si decide di utilizzarli, per migliorare l’interazione
  • zone di riposo – leggermente sopraelevate e nascoste
  • piccoli scivoli e ponti – vicino alle finestre
  • luoghi dove nascondersi – per giocare.

Per stimolare l’utilizzo del tiragraffi potrebbe essere utile l’uso dell’erba gatta da appendere nella sua parte più alta.

Impossibile obbligare il gatto a fare qualcosa con la forza, è sempre consigliato l’utilizzo del gioco.

Alcuni utili consigli sono:

  • non creare confusione e fare in modo che ogni suo oggetto sia dedicato a una specifica destinazione d’uso
  • non portarlo a giocare nella cassettina dei bisogni ma fagli capire che quello è lo spazio dedicato alle sue impellenze, lodandolo e premiandolo già dalle prime volte che viene utilizzata
  • non farlo giocare con le tue mani o caviglie, ma sostituiscile immediatamente con un giochino
  • rispetta il suo desiderio di privacy e tranquillità, mettendo la sua cuccia lontano da fonti di rumore (lavatrice, lavastoviglie o altri elettrodomestici).

Come detto prima, ogni gatto ha un suo carattere e le modalità di insegnamento possono variare notevolmente, ma una volta creato il canale comunicativo verrà naturale interagire con lui, capirlo e farsi capire.

Abituare il gattino a usare il trasportino

Il trasportino è l’unico mezzo (per l’automobile, il treno o altro mezzo di trasporto) con cui è possibile portare in giro il proprio gatto per raggiungere una destinazione precisa.
Se vuoi portarlo a fare una passeggiata potrai usare il guinzaglio (come detto più su) ma per portarlo in giro dovrai usare un trasportino.

Non utilizzare il trasportino solo per le visite di controllo dal veterinario.

L’unico modo per non rendere il viaggio, con questo mezzo, un trauma è quello di abituarlo al suo utilizzo. Al fine di farlo accettare dovresti lasciare il trasportino sempre aperto in casa, con dentro un panno morbido o un cuscino che possa essere utilizzato come nascondiglio e luogo di riposo.

In questo modo non vivrà il suo utilizzo come un trauma.

Infine, per la cura dei tuoi gatti scegli strutture cat-friendly che abbiano sale d’attesa dedicate a loro oltre a personale qualificato che conosca la psicologia felina e la rispetti.

Bene, per oggi è tutto.

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