Filariosi nel cane: sintomi, prevenzione e cura

Filaria nel cane

La filaria è un parassita, che riesce a penetrare nell’organismo del nostro cane attraverso un vettore: la zanzara.

Scopriamo nel dettaglio perché è così pericolosaquanto è diffusa, come si previene e come si manifesta cura.

Filariosi cardiopolmonare nel cane: di cosa si tratta

La filariosi cardiopolmonare è una patologia presente in tutto il mondo e da anni, molto diffusa anche in Italia, potendo colpire anche il gatto.
Le zone più a rischio, sono tutte quelle dove il vettore, la zanzara, è presente, comprese il Canton Ticino in Svizzera e vengono trasmessi dalle zanzare (culicidi).

La Pianura Padana è certamente una delle aree maggiormente colpite, ma ormai è presente praticamente in tutta Italia.

La malattia è causata dalla Dirofilaria Immittis, un verme tondo (nematode) che può essere inoculato in forma larvale nei nostri animali domestici (colpisce il cane, ma anche il gatto) da numerose specie di zanzare (almeno 60 in tutto il mondo) durante il pasto di sangue.

Esiste anche una forma sottocutanea, che può colpire anche l’uomo, trasmessa dalla Dirofilaria Repens, meno frequente nelle nostre zone.

Contagiosità per l’uomo

Nonostante la Dirofilaria Repens possa parassitare anche l’uomo, non è attraverso il cane che la persona può infettarsi, ma attraverso la puntura di zanzare infette.

Il cane, come il gatto e il furetto, fungono solo un serbatoio della malattia.

Nessun pericolo per l’uomo, proviene dalla forma cardiopolmonare che, invece, è specifica degli animali.

Ciclo vitale della filaria

Nel cane, i parassiti adulti di Dirofilaria Immitis si localizzano nelle arterie polmonari e nel cuore, dove possono sopravvivere anche per 7 anni.
Gli adulti di Dirofilaria Repens si localizzano invece nel tessuto sottocutaneo, dove possono formare dei noduli.

Le femmine gravide del parassita rilasciano nel sangue le microfilarie, che possono venire assunte dalle zanzare durante il loro pasto di sangue.
Una volta nella zanzara, le microfilarie maturano e possono venire trasmesse ad altri cani tramite la saliva della zanzara stessa.

Nell’ospite vertebrato le larve di filaria iniziano una lunga migrazione per raggiungere il loro organo target, dove diventano adulte in 180-190 giorni.

I maschi raggiungono circa 17 cm di lunghezza, mentre le femmine possono arrivare fino a 30 cm.

Il parassita penetra in forma larvale (L3).
Questa subisce due mutazioni e si trasforma nell’adulto che si localizza a livello cardiaco (ventricolo destro) e soprattutto a livello dell’arteria polmonare dove si moltiplica producendo una nuova generazione di larve (microfilarie).
Queste saranno ingerite dall’ospite intermedio (zanzara) che ne garantirà la maturazione da larve L1 (microfilarie) a L3.

Nello schema sottostante il circolo che si instaura tra gli ospiti e i vettori.

In che periodo il cane può ammalarsi?

Perché la Dirofilaria sia infestante, quindi trasmissibile dalle zanzare, occorrono temperature ed umidità ambientali adeguate, sia per la sopravvivenza delle zanzare, sia per la maturazione delle larve all’interno di esse fino allo stadio L3.
È stato dimostrato che, in alcune specie di zanzare, la maturazione delle Dirofilarie cessa a temperature minori di 14°C.

In Inverno quindi il rischio di trasmissione diminuisce molto e per questo motivo la patologia viene, in Italia, considerata estiva.

Ciononostante, le condizioni climatiche degli ultimi anni hanno fatto sì che i nostri amici a quattro zampe siano a rischio contagio da maggio fino a novembre e oltre.

Filaria nel cane: sintomi e cura

Forma sottocutanea

La filariosi sottocutanea è, nella maggior parte dei casi asintomatica. In alcuni casi si possono rilevare noduli sottocutanei e, raramente, le microfilarie nel sottocute possono determinare la formazione di pustole, dermatiti e lesioni ulcerative.

Forma cardiopolmonare

Come forse hai già compreso, la patologia risulta particolarmente grave in quanto i vermi, una volta penetrati in circolo crescono e si riproducono in una zona del corpo particolarmente delicata: cuore e polmoni.

Sintomi di filariosi cardiopolmonare nel cane

Il danno che creano le filarie è duplice:

  • meccanico diretto sulle arterie polmonari e sul cuore
  • indiretto, attraverso la liberazione da parte dell’organismo di sostanze pro-infiammatorie che causano polmoniti, arteriti, vasocostrizione e fibrosi vascolare.

La gravità del quadro clinico è legata all’entità dell’infestazione (numero di parassiti) ed alla dimensione dei parassiti stessi.
Per questo i sintomi sono piuttosto variabili e comunque, di solito, progressivi e cronici.

All’inizio alcuni soggetti possono presentarsi assolutamente asintomatici, altri che presentano sintomatologia lieve come:

Progressivamente si possono manifestare:

  • dimagramento progressivo
  • forte tosse
  • gravi difficoltà respiratorie
  • intolleranza allo sforzo
  • svenimenti
  • insufficienza cardiaca congestizia destra
  • ipertensione polmonare
  • edemi periferici.

Segni acuti possono insorgere improvvisamente in seguito a tromboembolismo secondario alla morte spontanea dei vermi.
Questo evento si manifesta con grave forma di dispnea acuta (difficoltà respiratoria) con frequente emottisi (perdita di sangue dal naso) ed esiti sovente fatali.

Sindrome della vena cava

Nei cani in cui le filarie adulte ostruiscono parzialmente il flusso di sangue attraverso la valvola tricuspide, interferendo con la chiusura della valvola stessa, si parla di sindrome della vena cava.

In questi pazienti i sintomi sono:

  • esordio improvviso di letargia grave
  • difficoltà respiratorie
  • mucose pallide
  • emoglobinemia
  • emoglobinuria.

In questi pazienti è necessario intervenire rapidamente per via chirurgica con la rimozione delle filarie adulte, altrimenti l’esito è fatale in pochi giorni.

Come riconoscere la filariosi?

Per la diagnosi di filariosi sono disponibili due tipologie di test su sangue.

  • ricercare di microfilarie in circolo
  • ricerca degli antigeni delle femmine adulte.

La ricerca delle microfilarie può essere effettuata: 

  • tramite preparazioni di sangue fresco: il test è di facile esecuzione, ma con bassa sensibilità
  • test tramite concentrazione del sangue (test di Knott o filtrazione).

In assenza di questo riscontro non è tuttavia possibile escludere l’infestazione da filaria, perché esiste un 30% di casi che presenta vermi adulti senza microfilarie in circolo.

È importante ricordarsi che il numero di microfilarie in circolo non è correlato al numero di vermi adulti.

In alcuni casi, osservando le caratteristiche delle microfilarie è possibile differenziare tra D. immitis o D. repens, ma più spesso è necessario ricorrere a test specifici (colorazioni istochimiche e PCR).

Per evidenziare invece i vermi adulti, esistono dei test che ricercano gli antigeni delle femmine adulte.

Tali test possono essere eseguiti in clinica, ma risultano positivi solitamente 6-8 mesi dopo l’avvenuta infestazione.

La sensibilità di questi test è molto elevata, ma possono risultare falsamente negativi in caso di uno scarso numero di adulti o in caso di presenza di soli maschi adulti.

Per stabilire la gravità della malattia è utile l’esecuzione di ulteriori test diagnostici:

per poter stadiare la patologia e poi curarla al meglio.

Il mio cane è risultato positivo alla filaria: come avviene la cura?

Trattamento della filariosi cardiopolmonare

La cura mira a migliorare la condizione clinica del paziente eliminando tutti gli stadi vitali del parassita.

I cani che presentano segni clinici importanti devono prima essere stabilizzati con terapia di supporto tra cui ricordiamo:

  • corticosteroidi
  • vasodilatatori
  • diuretici e altri farmaci necessari.

Per la morte dei vermi adulti (terapia adulticida) il trattamento di scelta è la melarsomina cloridrato.
Purtroppo tale terapia non è priva di complicanze.
La terapia adulticida, infatti, ha come conseguenza inevitabile la tromboembolia polmonare, ovvero il blocco del flusso di sangue nei capillari e nei piccoli vasi del polmone, causato dalla frammentazione degli adulti morti.

L’embolia polmonare può essere:

  • di lieve entità e limitata ad aree sane del polmone, risultando quasi asintomatica
  • grave se l’infezione è massiva e le lesioni preesistenti causate dai vermi ai vasi polmonari sono estese.

Per questo motivo può essere indicato il ricovero del paziente per un suo stretto monitoraggio.

Un fattore fondamentale per ridurre il rischio di complicanze tromboemboliche è la rigorosa limitazione dell’esercizio fisico, perché durante i periodi di esercizio, l’aumento del flusso sanguigno nei vasi ostruiti può determinarne la rottura e la fibrosi.

Consiglio per veterinari

In preparazione alla terapia adulticida può essere consigliabile eseguire una trattamento con doxiciclina, un antibiotico che agisce su un batterio endo-simbionte della filaria, Wolbachia.

Si ritiene infatti che tale batterio e i suoi metaboliti siano implicati nella patogenesi della malattia da filaria.
In questo modo si può ridurre o eliminare la presenza di Wolbachia e dei suoi metaboliti prima della morte e della frammentazione delle filarie.

Per l’eliminazione delle microfilarie si può invece valutare l’utilizzo di lattoni macrociclici nei 2 mesi precedenti la terapia con melarsomina.

Nei cani con sindrome della vena cava è consigliabile effettuare quanto prima la rimozione chirurgica delle filarie dall’atrio destro e dall’orifizio della valvola tricuspide.

Cura della Filariosi sottocutanea

Per quanti riguarda la filariosi sottocutanea, non esiste nessuna terapia efficace contro i parassiti adulti.
Dato il rischio di infestazione per l’uomo (la malattia è una zoonosi), i cani con microfilarie in circolo devono essere trattati mensilmente, per 12 mesi, con lattoni macrociclici in grado di uccidere le microfilarie.

Prevenzione della filaria

La filariosi cardiopolmonare è una patologia più semplice da prevenire, piuttosto che da curare.
Per questo la Clinica Veterinaria CMV ha inserito anche la profilassi contro la filaria nei suoi protocolli di prevenzione contro le malattie parassitarie, all’interno dei piani salute dei cani di tutte le età.

La corretta profilassi consiste nell’eseguire la profilassi da maggio a novembre.

I farmaci per la prevenzione della filariosi cardiopolmonare attualmente in commercio:

  • ivermectina
  • milbemicina ossima
  • moxidectina
  • selamectina

appartengono alla classe di farmaci detti lattoni macrociclici.

Tali farmaci sono indicati per un utilizzo mensile, cioè si devono somministrare con intervallo di 30 giorni tra una dose e l’altra.

A seconda del principio attivo la via di somministrazione può essere orale (compresse o tavolette appetibili) o topica (spot on da applicare sulla cute).

Puntura o vaccino per la filaria nel cane?

Esiste, inoltre una formulazione di moxidectina a lento rilascio, che inoculata a livello sottocutaneo fornisce una protezione continua per 6 mesi.

Questa iniezione è erroneamente considerata un vaccino contro la filaria, ma non lo è.

Tutte le molecole utilizzate hanno, infatti, la funzione di uccidere le forme larvali del parassita, inoculate nella cute del cane, prima che possano trasformarsi nelle forme adulte ed andare a vivere nei polmoni e nel cuore.

Prima di iniziare la profilassi è consigliabile eseguire un test in tutti quei soggetti che:

  • hanno età superiore ai 7 mesi (comunque non oltre gli 8) che sono nati nel periodo compreso tra maggio ed ottobre
  • coloro che non abbiano mai eseguito la profilassi
  • che non l’abbiamo fatta correttamente
  • ogni 3 anni anche in tutti quei soggetti trattati con regolarità.

Se non esistono informazioni riguardo precedenti trattamenti o test, è necessario eseguire un test di screening sul paziente prima di somministrare o prescrivere la chemioprofilassi.

È importante ricordare che alcune razze di cani, tipo Collie, Bobtail, Border Collie, pastori delle Shetland e loro incroci, sono particolarmente sensibili all’ivermectina, perciò i prodotti contenenti tale molecola devono essere usati con attenzione e controllando sempre che le formulazioni siano testate anche per questi soggetti.

Tutti i lattoni macrociclici, somministrati alle dosi indicate per la profilassi della filariosi, hanno dimostrato di essere sicuri per tutte le razze.

Inoltre, è sempre utile cercare di ridurre l’esposizione del soggetto alle punture di zanzare, attraverso l’uso di repellenti utili anche per la prevenzione della Leishmaniosi.

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