Dialisi

La dialisi consente la purificazione extracorporea del sangue per rimuovere eventuali sostanze tossiche tramite un “rene artificiale” che lo ripulisce. Per determinate patologie rappresenta una vera e propria salvezza per il gatto e bisogna rivolgersi a strutture con attrezzature e competenze dedicate a questo trattamento.

La purificazione extracorporea del sangue (comunemente detta dialisi o emodialisi) è un processo che permette la rimozione di sostanze tossiche mediante il passaggio del sangue all’interno di un “rene artificiale” applicato al gatto. La dialisi prevede il passaggio del sangue attraverso un circuito extracorporeo (circolazione extracorporea) e attraverso un filtro composto da molte membrane. Il passaggio nel filtro consente la rimozione delle tossine; il sangue, una volta purificato, ritorna al gatto: i trattamenti dialitici sono utilizzati primariamente in caso di insufficienza renale acuta, ma trovano applicazione anche come terapie salvavita in caso di avvelenamento, nel sovradosaggio di farmaci e nei gravi squilibri elettrolitici. I principi di base sono gli stessi nei diversi scenari, ma ciò che cambia sono le tecniche utilizzate. Ad oggi è possibile trattare, in sicurezza, animali di peso inferiore a 1.5 kg fino a oltre 100 kg.

Quali sono le tecniche di dialisi nel gatto?

La dialisi può avvenire in diversi modi e le tecniche si differenziano fra loro sulla base di ciò che avviene all’interno del filtro; ogni tecnica ha delle indicazioni terapeutiche specifiche. Il sistema di emofiltrazione è quello praticato nelle strutture AniCura che hanno un'unità dedicata alla dialisi; questo processo sfrutta una forza convettiva per rimuovere tossine a basso e medio peso molecolare nonché fluidi in eccesso. Il trattamento dialitico può essere intermittente e continuo; il primo è di breve durata (4-6 ore) e utilizza alti flussi di sangue mentre il secondo è di durata maggiore (24-48 ore) e utilizza bassi flussi di sangue. Esistono anche trattamenti dialitici misti; Il tipo dipende soprattutto dalle condizioni cliniche del gatto interessato. 

Quando è indicata la dialisi per un gatto? 

La dialisi rappresenta il trattamento più indicato in caso di insufficienza renale acuta grave e refrattaria alla terapia medica standard. Nello specifico, sono indicazioni per la dialisi le seguenti condizioni: l’anuria e l’oliguria grave (rispettivamente, la completa o parziale incapacità a produrre urina), le alterazioni elettrolitiche e acido-base gravi, la presenza di edemi generalizzati e l’insufficienza renale grave che non rispondono ai trattamenti medici standard. Il trattamento dialitico comporta una prognosi più favorevole se effettuato tempestivamente; pertanto, il gatto è candidabile per la dialisi se, dopo 24-48 ore, la terapia medica standard non è efficace. Nei gatti intossicati poi, la tempestività del trattamento dialitico acquista un’importanza ancor più fondamentale; la rapidità nell’esecuzione del trattamento consente infatti di massimizzare la rimozione della sostanza tossica dal sangue e di limitarne i danni.

Quanti trattamenti dialitici si devono effettuare per un gatto?

È fondamentale comprendere che la dialisi non ripara di per sé il danno renale, bensì sostituisce il rene in molte delle sue funzioni; l’azione della dialisi consente di migliorare la qualità di vita dei gatti nei momenti più critici. Purtroppo, nella maggior parte dei casi, non è possibile prevedere a priori il numero di sedute dialitiche necessarie per ottenere il recupero funzionale del rene. Spesso le sedute di dialisi devono essere ripetute durante 2-4 settimane; solo una piccola parte dei gatti mostra un recupero più rapido. Alcuni pazienti necessitano addirittura di mesi per recuperare una funzionalità renale adeguata ed altri, purtroppo, mostrano danni renali irreversibili.

Qual è la prognosi nei gatti trattati con dialisi?

La prognosi e la durata della terapia dialitica variano dunque moltissimo da un paziente all’altro; i fattori prognostici più importanti sono rappresentati dalla causa e dalla gravità del danno renale, dalle condizioni cliniche del paziente e dall’eventuale presenza di malattie concomitanti. Il tasso di sopravvivenza dei gattuìi sottoposti a dialisi è del 40-50%. La prognosi è buona se l’insufficienza renale acuta è dovuta a patologie infettive, con sopravvivenza del 60-100%; se l’insufficienza renale acuta è di natura emodinamica (come l’insufficienza cardiaca) o metabolica (come l’ipoadrenocorticismo) la sopravvivenza si riduce al 40-70%. La prognosi è infine riservata in caso di intossicazioni acute, con sopravvivenza del 20-40%; il glicole etilenico in particolare, è associato ad una prognosi infausta nella maggior parte dei casi. Tra i pazienti sopravvissuti all’insufficienza renale acuta e trattati con dialisi, solo la metà torna ad avere una funzione renale normale. Le percentuali sopra riportate potranno migliorare nei prossimi anni grazie ad un uso sempre più frequente della dialisi.

Ci sono altre tecniche di purificazione del sangue per i gatti?

La plasmaferesi permette di purificare il sangue da molecole legate alle proteine circolanti o da proteine circolanti molto grandi come gli anticorpi. La plasmaferesi sfrutta filtri specifici che separano la componente liquida del sangue (plasma) da quella corpuscolata (globuli rossi e bianchi). Il plasma così ottenuto può essere eliminato e sostituito con plasma di un animale donatore sano. La plasmaferesi non è indicata per il trattamento dell’insufficienza renale acuta.

La dialisi è meno diffusa nei gatti rispetto ad altre specie. Per diverse malattie, ed in particolare per l’insufficienza renale acuta, la dialisi rappresenta però spesso l’unica alternativa terapeutica per prevenire il decesso.

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